LA CROCE
La croce, secondo le più giuste induzioni pare sia stata la prima figura che si sia introdotta nelle arme.
E la ragione é giustificata, se si considera che dalle crociate nacque il vero blasone.
È naturale che i crocesignati, che avean d’uopo d’emblemi per riconoscersi, si accordassero a prender per primo quello per cui combattevano.
Quando partivano per la prima spedizione aveano tutti la croce rossa sul petto e sulle bandiere.
Ma nel 1188, quando Guglielmo vescovo di Tiro venne dalla Palestina per esporre ai principi d’ Europa l’infelice condizione dei cristiani d’ Oriente, e si presentò a Filippo Augusto re di Francia, a Riccardo Cuor di Leone re d’Inghilterra e a Ferrando conte di Fiandra, riuniti in conferenza nel luogo, chiamato poscia Campo Sacro, fra Trio e Gisors.
I tre sovrani risolsero di crociarsi e stabilirono che la croce dei Francesi resterebbe rossa, quella degli Inglesi diverrebbe bianca, e quella dei Fiamminghi verde.
Ma al tempo delle guerre di Edoardo III (1340), questi prese il rosso, come re di Francia; e i Francesi l’abbandonarono, perché colore nemico, e ripresero il loro bianco nazionale.
Le altre nazioni si scelsero il loro colore delle croci, e quindi rimase la croce bianca pei Francesi, la croce rossa ed anche gialla per gl’Inglesi, la croce azzurra per gli Italiani la croce rossa per gli Spagnoli, Normanni, Guasconi e Borgognoni, la croce arancia o nera pei Tedeschi e pei Sassoni.
Questi colori però furono generali negli stendardi, ma col nascimento dell’araldica ciascuno si prese la croce di quello smalto e di quella forma che meglio gli piacque.
Sono quindi d’accordo la maggior parte degli araldisti nel vedere un ricordo delle spedizioni di Terrasanta nella croce araldica.
In ciò conveniamo anche noi; ma non bisogna dimenticare che, vista la gran quantità di croci nelle arme, sarebbe poco logico il considerare come discendenti da crociati tutti quelli che portano un simile emblema.
Altre cause quindi influirono all’introduzione delle croci negli stemmi.
Primieramente le altre crociate parziali o guerre religiose combattute in Europa: in quella contro Manfredi si portava la croce divisata di bianco e di rosso, rossa contro gli Slavi e con un globo sotto.
Nelle guerre italiane fra i papi e gl’imperatori, le città che teneano pei primi presero la croce, come pure nelle crociate contro alcuni tiranni scomunicati dal Vaticano.
In Venezia moltissime famiglie portano una crocetta nelle arme, dacché si dichiararono per Alessandro III.
I Calbi, i Grimani, un ramo dei Contarini, un ramo dei Dandolo, i Grizio, i Fardelli, i Minio sono di questo numero.
Una leggenda di Spagna dice che alla famosa battaglia che Alfonso IX re di Castiglia guadagnò sui Mori nelle pianure di Tolosa, assistito da Sancio re di Navarra e da Pietro re d’Aragona, San Giacomo combattesse visibilmente nelle file dei Cristiani con una spada foggiata a croce (quale si vede nella decorazione dell’ordine di S. Giacomo della Spada), e che una croce comparisse in cielo e si mostrasse ai Castigliani.
Un gran numero di famiglie spagnole, i cui antenati pretesero di aver veduto il prodigio, posero quindi una croce nelle loro arme, e citeremo fra le altre le case di Villegas, Segura, Malgarejo, Reynoso, Lugo, Lerma, Mazariegos, Pereira, Alarcon, Santoyo, Ibarbuen, Alderete, Sotelo, Barco Romano, Avasto, Víllagomez, Ribas, Obregon, Ribadeneira, Caro, Daca, Caso, Tolosa, Arbolanche, Romo, Ovando, Aiofrin, Pantoxa, Apate, Gordoncillo, Medrano, Tolosano, Argote, Buytron e Gongora.
Sappiamo inoltre, che nella crociata fulminata da S. Domenico, contro gli infelici Albigesi, i cavalieri cattolici portavano per insegna un grembiato d’argento e di nero, alla croce trifogliata dell’uno all’altro, ed anche questa potrebbe essere una delle cause a cui accenniamo, senza contare che la devozione deve esserne naturalmente una non secondaria.
Altri araldisti andarono a cercar più lungi il significato di questa importante pezza araldica; gli uni vollero che rappresentasse la spada del cavaliero; gli altri, con più ragione, la dissero emblema di vittoria, di salute e di libertà.
Il Des Fossez che scriveva nel tempo di Riccardo II re d’Inghilterra fa un’osservazione, che al rigido Ménéstrier sembra impertinente, ma che é però molto assennata.
Egli dice che la croce è un segno d’ignobiltà e di non aver ragione per prendere altro emblema.
Infatti alle Crociate tutti, nobili e plebei, assumevano la croce; i primi la lasciavano poi per prendere una figura che ricordasse qualche loro impresa; i secondi, che non aveano diritto ad arme, serbarono la croce, che era nel diritto di tutti.
Però, bisogna convenirne, l’asserto di Des Fossez è troppo spinto; una gran quantità di gentiluomini, ed anche di principi, si fecero un vanto di ritenere la croce; ed oggi il voler reputare ignobili tutti quelli che hanno questa figura nelle loro arme gentilizie sarebbe cosa da far muovere il riso a tutti, araldisti e non araldisti.
Ma, come dicemmo, il succitato autore, scriveva in un’epoca in cui è probabile che le sue parole avessero quel valore, che più tardi pel progresso dell’araldica hanno perduto.
Le croci si trovano in numero sorprendente nelle arme; la Francia, la Spagna, l’Italia, l’Inghilterra ne hanno zeppi i blasoni.
In Picardia più che altrove si mostrano; così pure in Normandia, Lorena e Savoja.
La molteplicità stessa della croce ha prodotto la molteplicità delle sue modificazioni.
Il citato Des Fossez riconosce al suo tempo le seguenti dodici specie di croci: Plana, ingradata, troncata (scorciata), patena, figitiva, cruciata, molendinaris (mulinata), florida, nodulata, florida patens, floridanodulata e dupla partita.
L’Wpton, che scrisse dopo di lui, assicura di trovarsi imbarazzato nel descrivere tutte le differenti croci usate ai suoi tempi, e parla solo di trenta; il Wulson La Colombiére ne conta sino a settantadue, e il Ménéstrier, benché ne descriva solamente 40, osserva che ve ne sono molte di più.
Presentemente le varietà sono tante, che noi non ci daremo nemmeno la pena di contarle.
La croce nello scudo sta quasi sempre come pezza principale; però qualche volta si trova anche come figura secondaria, che carica o accompagna altre pezze.
Ordinariamente vi è una sola croce nello scudo; ma se ne vedono anche di più, e in questo caso prendono il nome di crocette.