TORRE

ARALDICA

Contrassegno d’antica e cospicua nobiltà, perchè nessuno fino dai tempi remoti, poteva fabbricar torri se non era d’illustre e potente famiglia.

Nelle armi si rappresenta ordinariamente rotonda; quando è quadrata conviene blasonarne la forma.

Non si indicano i merli della torre se non sorpassano il numero di tre.

Numerosi sono gli attributi della torre; per tacere dei più rari, riferiremo i seguenti: aperta, chiu­sa, finestrata, murata, coperta, tegolata, saracinescata, banderuolata, castellata, fian­cheggiata, rovinata, gradata, merlata, pog­giata, terrazzata, torricellata o riturrita, incompiuta, inclinata in banda, rovesciata, sormontata, accostata, sostenuta, fiancheggiata, movente, accompagnata, sostenente, cimata, inquartata, ecc.

La torre è figura comunissima nel blasone; l’eminente araldista Cartari fa osservare che ancor più frequente è nelle arme delle famiglie di Lombardia; lo stesso può dirsi per quelle di Provenza.

Tornando al Castello, è frequente in tutte le armi di Europa, ma più specialmente in quelle di Catalogna e di Provenza.

Si rappresenta nello scudo sotto la forma di una costruzione consistente in una cortina fiancheggiata da torri rotonde, merlate, quasi sempre coperte e banderuolate.

Quando ha più di due torri, o quando non sono coperte conviene dirlo blasonando.

I castelli nelle armi si dicono: finestrati, aperti, chiusi, banderuolati, merlati, murati, coperti, scoperti, inferriati, saracinescati, in rovina, diruti, torricellati, etc.